La giornalista siciliana Anna Ditta presenta Belice. Il terremoto del 1968, le lotte civili, gli scandali sulla ricostruzione dell’ultima periferia d’Italia questo pomeriggio alla Biblioteca centrale della Regione Siciliana “Alberto Bombace” di Corso Vittorio Emanuele a Palermo.

La presentazione inizierà alle 17.00 con i saluti del direttore Carlo Pastena. Con l’autrice dialogheranno Claudia Mirto (ex giornalista de L’Ora) e Paolo Madonia (ricercatore INGV).

 “Questo libro è un miracolo perché ci dice cose che non sappiamo, e le spiega bene. Che Danilo Dolci aveva capito tutto del sistema clientelare-mafioso della Sicilia occidentale. Che un sindaco chiese ai tre fornai del paese di fare il pane per tutti, e due dissero no. Che ai soccorsi parteciparono insieme ‘carabinieri e capelloni’. Che arrivò a un certo punto tra i terremotati una signora ‘dall’accento toscano’ e con il camion pieno di pannolini. Che si può avere nostalgia della vita nelle baracche, perché lì, raccontano le donne ‘la vita di comunità era bellissima’”.

Giacomo Di Girolamo

La Biblioteca centrale della Regione Siciliana “Alberto Bombace” ospita anche la mostra Paesaggi Sismici – Il Belice a 50 anni dal terremoto, aperta al pubblico fino al 25 ottobre 2018.

Dalla quarta di copertina

Un terremoto nell’ultimo angolo d’Italia, dove già si muore ogni giorno di fame e di soprusi. Un gennaio con un freddo eccezionale. I paesi distrutti. Anni di vita nelle baracche. Una ricostruzione fatta di promesse tradite e mai completata. Questa è stata nel 1968 – ed è oggi – la tragedia del Belice, la prima grande catastrofe naturale nella storia della Repubblica italiana. Ma il Belice è stato ed è molto altro.

È stato teatro delle lotte non violente di Danilo Dolci e dei suoi collaboratori per le dighe, il lavoro e la scuola; dell’attivismo di Lorenzo Barbera contro la speculazione sulla ricostruzione e in favore del servizio civile al posto di quello militare.

Nel Belice, Ludovico Corrao ha lavorato per attuare il suo sogno utopistico su Gibellina e sul Mediterraneo intero e poco distante, ad Alcamo, ha offerto il suo sostegno a Franca Viola, che rifiutò il matrimonio riparatore con il mafioso che l’aveva rapita.

Nel Belice, donne eccezionali come Piera Aiello e Rita Atria hanno trovato il coraggio di dare una svolta alla loro vita diventando testimoni di giustizia. Oggi il Belice è feudo del capomafia castelvetranese Matteo Messina Denaro ed è una terra che i giovani continuano ad abbandonare. È, questa, una regione sconosciuta ai più che bisogna raccontare e conoscere.

 

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Belice: Anna Ditta racconta le lotte civili dell’ultima periferia d’Italia