Maieutica reciproca

Per tutta la vita Danilo Dolci ha cercato connessioni e comunicazioni possibili per liberare quella creatività nascosta in ogni persona e ha chiamato questa ricerca maieutica,  prendendo il termine dalle strutture filosofiche per incorporarlo in una pratica sociale, educativa e civile. Durante la sua vita, Danilo  Dolci ha lavorato a strettissimo contatto con la gente e le fasce più disagiate ed oppresse della Sicilia occidentale al fine di studiare possibili leve al cambiamento e le potenzialità per un democratico riscatto sociale. Costituisce una caratteristica importante del lavoro sociale ed educativo di Danilo Dolci il suo approccio metodologico: piuttosto che dispensare verità preconfezionate, ritiene che nessun vero cambiamento possa prescindere dal coinvolgimento e dalla partecipazione diretta degli interessati. Egli infatti parte dalla profonda convinzione che le risorse per il cambiamento, in Sicilia come nel resto del mondo, esistono e vanno ricercate ed evocate nelle persone stesse. In questo senso, Danilo Dolci considera l'impegno educativo e maieutico come un elemento necessario al fine di creare una società civile più attiva e responsabile.

L'approccio maieutico reciproco è una metodologia dialettica di indagine e di autoanalisi popolare sperimentata da Danilo Dolci sin dagli anni ’50, e fino ai nostri giorni dall’attuale Centro per lo Sviluppo Creativo in ambito educativo e sociologico. Tale approccio favorisce la responsabilizzazione delle comunità e degli individui e può essere definito come “un processo di esplorazione collettiva che prende, come punto di partenza, l'esperienza e l'intuizione degli individui” (Dolci, 1996). L'approccio maieutico reciproco è stato sviluppato da Danilo Dolci dal concetto di maieutica socratica. Deriva dal greco antico "μαιευτικός", letteralmente l’arte della levatrice: ogni atto educativo è come dare alla luce tutte le potenzialità interiori di colui che vuole imparare, come una madre desidera che la propria creatura nasca dal suo grembo. La maieutica socratica paragona il filosofo alla “levatrice della conoscenza” che non riempie la mente dello studente con informazioni impartite a priori, ma lo aiuta a portare gradualmente alla luce la propria conoscenza, usando il dialogo come strumento dialettico. Ciò che differenzia i due concetti è il fatto che la maieutica socratica è unidirezionale, mentre per Danilo Dolci la conoscenza viene fuori dall'esperienza e dalla sua condivisione, e presuppone quindi la reciprocità della comunicazione.

L’approccio maieutico reciproco in Danilo Dolci, si fonda dunque sul chiedere, sull’esplorare, sul creare condiviso. Come rievoca il nome stesso, l'approccio maieutico reciproco è un processo “reciproco” tra almeno due persone e si sviluppa normalmente all'interno di un gruppo, con una persona che inizialmente pone delle domande e altre che insieme cercano le risposte e rilanciano ulteriori approfondimenti. In un dialogo intenso che incarna un nuovo modo di educare basato sulla valorizzazione della creatività individuale e di gruppo, il processo maieutico si concentra sulle capacità degli individui di scoprire i loro interessi vitali e di esprimere liberamente le proprie riflessioni sulla base delle proprie esperienze e delle scoperte personali, così come sulla verifica corale delle proposte.

Il laboratorio maieutico richiede ad ognuno di mettersi in discussione, di svelarsi a nudo dinanzi agli altri, e con gli altri intraprendere un percorso di ricerca comune, di analisi, di sperimentazione, di coeducazione creativa.