L’acqua come libertà: nasce la diga Jato

Feb 27, 2015Notizie

Diga Jato Scianna

Marcia per la diga sul fiume Jato. Ferdinando Scianna, 1962.

Cinquantadue anni fa, il 27 febbraio del 1963, dopo decine di denunce e mobilitazioni da parte di Danilo Dolci e dei suoi collaboratori, avevano inizio i lavori di costruzione della diga sul fiume Jato.

Già completata in gran parte dopo appena cinque anni, diventerà – insieme al Consorzio democratico che ne gestiva l’acqua – uno dei simboli della battaglia per il miglioramento delle condizioni di vita della popolazione della Sicilia occidentale e dell’impegno contro l’influenza mafiosa sul territorio.

Ecco come Franco Alasia, storico collaboratore di Danilo, ha raccontato questo percorso in una ‘Nota sul Centro Studi e Iniziative di Partinico’ del 1973.

Nota sul Centro Studi e Iniziative di Partinico

   Il Centro studi e iniziative, fondato nel ‘58, ha posto le sue ragioni d’essere e di lavorare partendo da una concreta situazione economica-sociale – quella della Sicilia occidentale – e dalle esigenze che tale realtà dimostrava.

   In un lungo periodo iniziale – dal ‘52 al ‘56 – Danilo Dolci e un piccolo gruppo di volontari collaboratori si inserirono nel vivo della più tragica realtà siciliana, condividendo la vita quotidiana della parte più misera della popolazione locale. […]

   Individuati i punti chiave per un lavoro pilota in tre zone omogenee – il Golfo di Castellammare, una zona collinosa all’interno e un tratto della costa sud occidentale – nel corso del ’58 si aprirono rispettivamente a Partinico, Corleone, Roccamena e Menfi i Centri studi e Iniziative nei quali hanno lavorato tecnici agrari, assistenti sociali, educatori e giovani volontari in grado di svolgere un preciso lavoro nell’ambito dell’organizzazione, senza sostituirsi alle responsabilità degli Enti locali.

   La zona di incidenza del lavoro interessa tre grandi vallate: dello Jato, del Belice e del Carboi. Su tre fiumi, la possibilità di utilizzare più di 180 milioni di metri cubi d’acqua rappresenta la soluzione fondamentale per l’avvio sicuro di un sano sviluppo socio – economico della zona. In tal senso s’è mossa l’iniziativa del Centro studi, per cui in questi anni si è potuto avviare:

  • la completa valorizzazione delle acque del fiume Carboj, il cui serbatoio capace di 36 milioni di metri cubi di acqua, era già costruito ma pressoché completamente inutilizzato nel 1958;
  • la costruzione della diga sullo Jato a Partinico, con un invaso capace di 72 milioni di metri cubi di acqua, che ha permesso l’inizio dell’irrigazione di parte dei circa 9.000 ettari irrigabili, nell’estate del 1971;
  • i lavori di sondaggio, progettazione e costruzione della diga sul Belice, nella zona di Roccamena, per raccogliere oltre 70 milioni di metri cubi di acqua.

[…]

   Nell’ambito del lavoro per la demolizione delle vecchie strutture clientelari-mafiose, conservatrici e parassitarie, va vista la campagna antimafia del Centro studi e Iniziative: la precisa ed approfondita inchiesta sui rapporti mafia-politica nella Sicilia occidentale, se da una parte ha avuto una fondamentale funzione educativa in quanto ha favorito e sollecitato la presa di coscienza e l’assunzione di responsabilità nelle gente locale (determinando inoltre l’apertura di un processo a Roma contro Danilo Dolci e Franco Alasia), ha permesso il pubblico dibattito sul come si costituisce il potere politico in questa zona mettendo a nudo situazioni malsane e pericolose, e ha determinato il crollo politico di un Ministro e di due Sottosegretari collusi con la mafia delinquenziale locale.

Franco Alasia, 1973