Come il COVID-19 ha influenzato la transizione alla scuola digitale

Gen 13, 2023Notizie

Il coronavirus ha inaspettatamente invaso le nostre vite e quelle di milioni di persone in tutto il mondo. In pochissimo tempo, milioni di membri della comunità educativa hanno iniziato a insegnare davanti allo schermo di un computer, mentre i/le loro student* sono dovuti rimanere a casa a guardare le lezioni online.

Grazie alla ricerca di DigiVET possiamo vederealcuni dati sul basso livello di digitalizzazione delle scuole trovati dal partenariato del progetto.

Come è avvenuta questa transizione?

Secondo i dati dell’UNESCO al 27 aprile 2020, il 91,3% degli alunni/studenti in 188 Paesi del mondo non andava a scuola/all’università (UNESCO ISD, 2020). Durante il primo lockdown nella primavera del 2020, molti paesi hanno cercato di affrontare la nuova situazione nel loro sistema educativo con misure che variavano a seconda delle specificità locali e nazionali, del livello di conoscenza e di abilità di insegnanti, genitori e student* con le nuove tecnologie, della familiarità con l’educazione a distanza e, infine, delle questioni culturali e del temperamento delle società soprattutto in situazioni di emergenza.

La transizione dei sistemi educativi dell’UE verso l’istruzione a distanza durante la pandemia ha evidenziato le lacune nella partecipazione digitale degli/delle student*. Ciò è stato affermato, tra l’altro, nel rapporto di monitoraggio dell’istruzione e della formazione 2020 redatto dalla Commissione Europea ed è stato nuovamente evidenziato nella ricerca del progetto europeo DigiVET del programma ERASMUS+, realizzato nel 2021.

Come hanno reagito insegnanti, student* e genitori?

Gli/le insegnanti devono essere professionisti con molteplici competenze per attirare gli/le student*, sia a livello individuale che in piccoli gruppi e classi. I genitori non hanno queste caratteristiche, né hanno accesso al gruppo di student* che spesso è gestito dagli/dalle insegnanti.

La cultura scolastica è anche caratterizzata dalla routine per gli/le student*, ad esempio un orario specifico ogni giorno per le pause e il completamento di determinate attività. È importante che sia gli/le insegnanti che i genitori collaborino per attuare soluzioni pratiche e informate alle sfide poste dalla pandemia COVID-19 (Spotlight, 2020 UNESCO, 2020).

Allo stesso tempo, i genitori non possono assumere il ruolo di insegnanti. La possibilità di avere spazi piacevoli per lo studio che non distraggano gli/le student*, di seguire gli orari definiti dalle strutture scolastiche, di fare pause definite, di non esitare a esprimere domande o dubbi agli/alle insegnanti, può sostenere il processo di educazione a distanza. (Reimers, et. al, 2020).

Secondo l’UNESCO, solo il 20% dei paesi a livello globale era dotato di dispositivi e programmi di insegnamento online prima dell’arrivo della pandemia. Evidentemente, i sistemi scolastici non erano preparati dal punto di vista digitale, rivelando la debolezza generale dell’apprendimento a distanza europeo. Infatti, un sondaggio pubblicato da HundrEd, un’organizzazione no-profit che si occupa di promuovere l’innovazione nell’istruzione, ha indicato che solo il 6% degli/delle intervistat* ha valutato il proprio sistema scolastico come preparato alla pandemia.

In Romania, solo il 63,4% degli/delle insegnanti ha ricevuto supporto dalla propria istituzione. In Irlanda, l’Irish National Digital Experience Survey ha dimostrato che il 70% degli/delle accademic*/docenti era completamente inesperto nell’insegnamento online prima della pandemia. Tuttavia, secondo YouGov, una società di analisi dei dati, l’87% degli/delle insegnanti ha dichiarato di aver ricevuto supporto dalle proprie istituzioni.

Nonostante la relativa impreparazione dei sistemi educativi, alcuni paesi europei avevano una maggiore esperienza nell’apprendimento online. Questi paesi – tra i cui Estonia, Finlandia, Islanda, Lettonia, Lituania, Svezia e Norvegia – hanno deciso di raccogliere i loro strumenti di istruzione digitale e di condividere le migliori pratiche con altri paesi.

La maggior parte dei rapporti ricercati a Cipro ha rivelato che c’è un divario tra il modo in cui gli/le insegnanti e gli/le student* percepiscono le loro competenze digitali.

La maggioranza degli/delle insegnanti (61,8%) si sente ben o molto preparata a utilizzare strumenti digitali nell’insegnamento (media UE: 37,5%) e solo il 10,8% segnala una forte necessità di sviluppo professionale in questo settore (media UE: 18%) – (OCSE, 2020).

Poco più della metà degli/delle insegnanti che hanno partecipato a programmi di sviluppo professionale continuo si sono concentrati sulle competenze digitali per l’insegnamento. Tuttavia, data la rapida evoluzione del settore digitale, è preoccupante che questa percentuale sia rimasta invariata dal 2013. Per quanto riguarda gli/le studenti, il 19% dei giovani tra i 16 e i 19 anni ritiene di avere scarse competenze digitali nel 2019 – un dato superiore alla media UE (15%) e praticamente invariato dal 2015.

Le competenze digitali generali superiori al livello di base sono segnalate dal 36% degli/delle student* – un aumento significativo di 16 punti percentuali dal 2015, ma ancora ben al di sotto della media dell’UE (57%)”, si legge in una nota diffusa. In particolare, si osserva che:

Le nuove forme di apprendimento digitale richiedono attrezzature moderne nelle scuole. Gli/le insegnanti ritengono che le scuole siano ben attrezzate con infrastrutture digitali sia nell’istruzione primaria (Vrasidas, 2015) sia in quella secondaria – (OCSE, 2020).

Tuttavia, secondo uno studio comparativo a livello di UE, la percentuale di scuole con un alto grado di fornitura di attrezzature digitali (computer portatili, desktop, telecamere, lavagne interattive) per studente e banda larga ad alta velocità è molto bassa nell’istruzione primaria (2% contro il 35% in media nell’UE) e nell’istruzione secondaria inferiore (0% contro il 55%) e moderata nell’istruzione secondaria superiore (55% contro il 72%).

Le sfide affrontate dalla comunità educativa

L’assistenza sanitaria e l’accesso all’istruzione sono diritti umani fondamentali. Diritti che continuano a incontrare molteplici ostacoli alla loro attuazione nella popolazione generale. Purtroppo, sono ulteriormente minacciati dopo l’epidemia di Covid-19.

Sono molti gli elementi coinvolti nella distribuzione del materiale didattico, nell’acquisizione di esperienza e nel coinvolgimento degli/delle student* in modo che possano continuare a imparare come parte di una comunità (ISP International Schools Partnership, 2020). La tecnologia (moderna o asincrona) può supportare il lavoro degli/delle insegnanti, ma non sostituirli in alcun modo.

Molt* educatori/educatrici non hanno familiarità con i principi e le pratiche del design digitale. Alcuni lavorano in modo intuitivo, altri prendono in prestito materiale già pronto. Alcuni hanno bisogno di supporto nella pianificazione dell’apprendimento. L’apprendimento extrascolastico è spesso più efficace (grazie all’interazione con l’insegnante o con il materiale). Infine, l’idea che tutti gli/le student* abbiano lo stesso accesso alle risorse o ai dispositivi online è sbagliata.

In questo ambito, DigiVET svolge attività con lo scopo di migliorare la situazione dell’insegnamento online e superare il divario digitale.

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DIGIVET – CREATING DIGITAL CONTENT WITH THE UTILISATION OF FREE ONLINE RESOURCES è finanziato dal programma Erasmus+ dell’Unione Europea Erasmus + nell’ambito dell’Azione chiave 2, Partenariati strategici nell’istruzione e formazione professionale.

DigiVET mira ad affrontare le sfide nell’istruzione e formazione professionale sia per i formatori e le formatrici che per i e le discenti, emerse dalla transizione all’era digitale dopo il COVID-19.

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