Passeggiate Monitoranti a Torino

Giu 9, 2022Notizie

Nell’ambito del progetto “Liberi di crescere – rete ad alta intensità educativa” coordinato da “Libera associazioni, nomi e numeri contro le mafie”, gli operatori del CSC Danilo Dolci e del Gruppo Abele di Torino hanno avviato un nuovo Ciclo dei laboratori di “Autoanalisi su bisogni e desideri” sul territorio di Torino.

Cosa c’è dietro questo muro? Qual è la storia di questa grande fabbrica abbandonata? Perché questa piazza si chiama così? Chi ha realizzato quel murales?
Ma soprattutto, se avessi la possibilità di decidere, cosa ci farei in questo posto?

Non ci sono domande sbagliate, né scontate, né tantomeno superflue: quello che ci piace fare è osservare il mondo e riappropriarsi della possibilità di porsi dei “Perché” su ciò che sta intorno a noi. Per poi sognare qualcosa e chiedersi “Perché no?”.

È con questo spirito che a marzo e aprile 2022, ben 1100 studenti e studentesse dell’Istituto professionale enogastronomico “J.B. Beccari” di Torino hanno esplorato i quartieri Barriera di Milano e Vallette-Lucento, dove si trovano i propri plessi scolastici. Come? Attraverso una “passeggiata monitorante”, una metodologia di educazione non formale di monitoraggio civico con l’obiettivo di spingere a riscoprire i propri luoghi. Luoghi che, in questo caso, non sono certamente tra i più semplici. Ma ai quali non viene data possibilità di essere nient’altro, a causa dell’etichetta di “periferia” che allontana lo sguardo politico e condanna lз abitanti di quei quartieri a sottostare alle tacite regole di quei giudizi: pochi servizi, degrado urbano, pochi trasporti pubblici, pochi luoghi culturali. Perché tanto “siamo di Barriera, non ce lo meritiamo”, come ha detto un giovane studente al suo insegnante di scrittura. Ma chi lo dice che chi vive qui non ha diritto a sognare qualcosa di bello? Chi lo dice, soprattutto, che in questi quartieri ci sono solo difficoltà? L’obiettivo delle passeggiate monitoranti è infatti proprio quello di osservare gli spazi pubblici, i servizi, le strutture della propria città – il cosiddetto “bene comune” – per interrogarsi sul loro stato di salute: e chiedere alle Istituzioni di dare delle risposte e attivarsi per salvaguardare ciò che è, appunto, di tutti e tutte. Ma queste metodologie portano in seno un secondo, fondamentale, obiettivo: spingere a notare non solo le storture, ma anche le potenzialità, incontrare i soggetti individuali o collettivi che si impegnano sul territorio, scoprire gli spazi aperti a tutti e tutte e, una volta appurato davvero cosa un territorio offre, ascoltare i propri bisogni e prendersi la libertà di sognare ciò che manca.

C’è chi ha proposto di fare una fabbrica di cioccolato nell’enorme Manifattura Tabacchi, ormai abbandonata da decenni al limite tra il quartiere Barriera di Milano; c’è chi ha proposto un’agrigelateria nella vecchia fabbrica Tyssen-Krupp, alla quale, nel quartiere di Lucento, che oggi rappresenta un dinosauro addormentato in mezzo alla città a monito del dramma del suo passato; c’è chi ha proposto di organizzare cene sociali al “Boschetto”, orto sociale non lontano dal Beccari: i gentili signori che lo gestiscono coltivano la verdura, gli studenti e le studentesse del Beccari le cucinano. Lз giovani dell’istituto enogastronomico hanno scoperto che c’è ricchezza e opportunità sotto ai propri occhi, basta porsi qualche “perché” in più. E monitorare, una volta osservata la realtà.

Ecco perché, dopo la fase della passeggiata, si è passati al monitoraggio digitale: nelle proprie classi, i giorni successivi, gli studenti e le studentesse hanno verificato i dati presenti nella sezione “Amministrazione Trasparente” del Comune di Torino per poi chiedere a questo di rendere pubblici i dati mancanti. Così hanno fatto anche quella parte di studentз che ha visitato quattro beni confiscati alle mafie in Piemonte, andando a verificare se i dati relativi ai beni risultassero sui siti dei Comuni che li ospitano. È il cosiddetto “accesso civico ai dati”: non una pretesa da parte di cittadinз pignolз, bensì un diritto fondamentale di tuttз. La legge n.190 dal 2012 impone infatti la trasparenza alle Pubbliche amministrazioni e, dunque, l’obbligo di rendere accessibili – ovvero consultabili, fruibili, comprensibili, aperti – i dati. Quali? Quelli relativi a, sostanzialmente, tre ambiti: come l’Amministrazione si organizza, come spende i soldi e come prende le decisioni. Lз giovani dell’Istituto Beccari si sono così fattз promotorз per migliorare il cosiddetto “diritto di sapere” dellз cittadinз della propria città. E pensare che, a una domanda di accesso civico, l’Amministrazione ha anche risposto, pubblicando quanto richiesto: un’emozione!

Infine, il terzo giorno il compito è stato quello di elaborare delle proposte per le Istituzioni, mettendo nero su bianco tutte quelle idee e sogni emersi durante le passeggiate. Proposte che sono state presentate alle autorità in un incontro a scuola e che sono poi state raccolte dalla scuola e dalle organizzazioni promotrici dell’iniziativa con l’obiettivo di implementarle nel tempo. I frutti di questa fase si vedranno nel lungo raggio, ma già ora hanno avuto il merito di fortificare le sinergie tra i vari soggetti coinvolti, facendosi conoscere e suggerendo strade di collaborazione per il bene del quartiere.

Le progettualità in contesti “difficili” hanno due grossi pregi. Per i soggetti organizzatori è quella di scoprire un fermento spesso inaspettato: è difficile diffidare delle etichette negative, fino a che non ci si sbatte la testa. È solo allora che ci si può davvero rendere conto di quanto non solo ci sia bisogno di ascolto, ma anche la volontà di condividere da parte dellз giovani di determinati contesti. L’altro grande pregio riguarda lз giovani di tali contesti: se di primo acchito c’è scetticismo – “Perché ci chiedono questo? A noi?” -, il fatto di ritrovarsi al centro, protagonistз di un progetto, spesso scuote loro dall’assuefazione alla propria realtà, aprendo i varchi della creatività, della condivisione e della volontà di mettersi in gioco. Per poi arrivare a capire che sognare qualcosa, grande o piccolo che sia, non è né un lusso né un capriccio, ma un diritto di cui tutti e tutte dovrebbero riappropriarsi. Per l’appunto: perché no?

Liberi di Crescere – Rete ad alta intensità educativa è un progetto finanziato dal Bando Adolescenza 11 -17 anni – Fondo per il Contrasto della Povertà Educativa Minorile – CON I BAMBINI Impresa Sociale.

Il progetto coinvolge 4 regioni e 5 città: Palermo, Messina, Salerno, Genova e Torino.

Coordinatore del progetto: Libera associazioni, nomi e numeri contro le mafie

Partner: ARCI GENOVAAssociazione Culturale “San Giovanni Apostolo” onlusAssociazione Gruppo Abele ONLUSAssociazione Libera PalermoCentro di prima accoglienza Salerno – Dipartimento minorile e di comunità del Ministero della Giustizia, Centro per lo Sviluppo Creativo Danilo Dolci, Comune di MessinaComune di PalermoComune di SalernoComune di TorinoEcosMed società cooperativa sociale, I.I.S. GASTALDI-ABBA, IC ALFANO-QUASIMODO, Il Portico Cooperativa Sociale, IPSSAR “F. P. Cascino”, Istituto Comprensivo ‘Giuseppe Catalfamo’, Istituto Comprensivo Cornigliano, Istituto Comprensivo Giuliana Saladino, Istituto Comprensivo Sferracavallo-Onorato Palermo, Istituto Comprensivo Statale Giovanni Falcone, Istituto d’Istruzione Superiore Statale ‘Santa Caterina da Siena – Amendola’, Istituto d’Istruzione Superiore Verona Trento, Istituto Professionale Statale J.B.BECCARI, Scuola secondaria di primo grado Viotti Torino, Ufficio di Servizio Sociale per i Minorenni di Genova, Ufficio di Servizio Sociale per i Minorenni di Palermo, Ufficio Servizio Sociale Minorenni, Ufficio Servizio Sociale per i Minorenni di Messina.

Per ulteriori informazioni, contatta Irene Ippolito: irene.ippolito@danilodolci.org