Pausa estiva. Chissà se i pesci piangono…

Ago 7, 2015Notizie

estate-2015-cscIl Centro per lo Sviluppo Creativo Danilo Dolci resterà chiuso dal 7 al 18 agosto.
Le nostre attività riprenderanno mercoledì 19 agosto.
Augurando a tutti buone vacanze, foriere di nuove possibilità e percorsi sulla strada verso un mondo nuovo, vi proponiamo uno spunto di riflessione tratto da “Chissà se i pesci piangono” di Danilo Dolci.


Alcuni ragazzi si provvedono di maschera. Ma il mare al momento non è del tutto limpido e i risultati non li soddisfano. Daniele viene pregato di leggere i diversi appunti per trarne, discutendo con altri, uno solo.
Giudizio comune alla fine è che, pur lieti di quanto si è intravisto, occorrerebbe avere molto più tempo e agio (forse almeno un apposito seminario?) per approfondire ciascuna ricerca che, così, è appena appena avviata.

L’acqua, appena si entra è fredda, poi diventa tiepida.
Il fondo marino che stiamo osservando è come una distesa di terra incolta, un mondo sperduto, un grande deserto desolato.
Le pietre sono brillanti sul fondo di sabbia ondulata che sembra arata. Ma osservando fuori dall’acqua, quelle pietre perdono la loro bellezza.
Posando i piedi sulla sabbia sembra che si alzino delle nubi. Scende il fondo verso un grande abisso nero. Piccolissimi pesciolini ci gironzolano attorno nei raggi di sole che attraversano l’acqua. Sono come sonnambuli alcuni pesci.
Il fondo del mare è una distesa desolata all’uomo ma non ai pesci.
Sugli scogli scivolosi si attaccano patelle e cupole di un rosso vivissimo. Osservando uno scoglio, c’è un buco quasi nascosto dalle alghe che si muovono secondo le onde: da questo buco si muove qualcosa, è un polpetto prudente. Quando l’acqua è limpida, anche dal difuori si può guardare dentro; quando è fosca sembra che vuole nascondere in sé mille misteri. Fa pensare all’animo dell’uomo.
Guardando più attentamente si vede su un sasso un verme color carne con delle antenne sulla testa e una coda a punta.
Il lippo, le piccole alghe di un masso, sono una foresta di piccoli alberi che a volte ondeggiano alla cima, a volte si piegano o si allungano completamente,sembra anche lo scoglio si sposti: è una montagna verde vista dal’alto tra riflessi viola e marrone.
Certi attimi alcune pietruzze del fondo raggiunte da raggi diventano stelle.
Tra due rocce distese come coccodrilli addormentati tre pesci curvando eleganti cercano forse la tana, gli occhi diffidenti.Alcuni ricci si rifugiano in piccole grotte all’interno di una grotta più grande, nei buchi si nascondono granchi.
Tra alghe e scogli si mimetizzano altri pesci: si distinguono quando, incrociando i raggi del sole, lampeggiano le squame. Se stiamo fermi si avvicinano ma al minimo spostamento di scatto scappano.
Se sono molto diversi, i pesci non si guardano: qualcuno è solo.
Chissà se i pesci piangono.

Danilo Dolci, Collage: il fondo del mare, in Chissà se i pesci piangono, documentazione di un’esperianze educativa (1973), Einaudi, Torino