LUNEDI’ 10 GIUGNO
H. 20.30
NUOVO TEATRO NUOVO
SALA ASSOLI
E45 NAPOLI FRINGE FESTIVAL
(debutto)
MARTEDI’ 11 GIUGNO
H.22.00
NUOVO TEATRO NUOVO
SALA ASSOLI
E45 NAPOLI FRINGE FESTIVAL
scrittura scenica e regia: Andrea Fazzini
attori: Gianluca Balducci, Meri Bracalente, Beatrice Cevolani
scenografia: Benito Leonori
scrittura vocale: Tomasella Calvisi
elaborazioni sonore: Stefano Sasso
fonica: Andrea Lambertucci
tecnico luci: Stefano Giaroni
riprese e montaggio video: Marco Di Cosmo
video d’animazione: Simone Massi
costumi: Giuditta Chiaraluce
con la collaborazione storiografica di Giuseppe Barone e Amico Dolci
una produzione di Teatro Rebis e E45 Napoli Fringe Festival
in collaborazione con Teatro Lauro Rossi, A.M.A.T., A.D.A.M., Regione Marche, Comune di Macerata, Provincia di Macerata, Comune di Caldarola, Comune di San Ginesio, Biblioteca MozzI-Borgetti di Macerata, Laboratorio di produzione audiovisiva multimediale dell’Università degli Studi di Macerata, Centro per lo sviluppo creativo “Danilo Dolci” di Palermo, Vi.Va. Festival, Festival Orestiadi di Gibellina, Festival Drammaturgie Visioni di Avezzano
io non so cominciare
io ricordo quello che
non mi hanno insegnato
quello che tutti sanno
di aver dimenticato
io ricordo un futuro
che sembra morto
io ricordo perché sono
rinchiuso qui dentro
tre figure senza nome, senza discorso, aleggiano in uno spazio neutro, metamorfico, tana del pensiero e della sensazione
tre presenze allacciate da un rapporto prismatico, mai esplicitato per contatto diretto, ma risolto a distanza, per indifferenza
la non-storia di una generazione di incompiuti, orfani di senso disabituati al futuro
la fuga in avanti, visionaria, di vite incantate colte nel loro trasfigurare
tre turbamenti isolati eppure simultanei: uno corrosivo, dunque seducente, uno costruttivo, dunque destinato al fallimento, l’ultimo segnato dalla rinuncia, dunque sacro
tre figure sussurrate all’orecchio da danilo dolci, evocato da una voce segreta nutrita da ricordi e premonizioni
Io non so cominciare. Io salto semplicemente quello che dovrebbe essere il principio. Nulla è forte come il silenzio. Se non venissimo già con la nascita scagliati ognuno in mezzo alle parole, mai si sarebbe rotto il silenzio. (R. M. Rilke)
Come nasce il progetto
Il “progetto Dolci” nasce qualche anno fa, dopo aver organizzato il festival “Non ho tempo e serve tempo” a Macerata, dedicato nel 2008 alla figura di una delle personalità più importanti della storia del ‘900 italiano, Danilo Dolci, da anni ormai vittima di un’opera di raschiamento dalla memoria collettiva.
In quell’occasione la conoscenza con Amico Dolci, figlio di Danilo e responsabile del Centro per lo sviluppo creativo – ‘Danilo Dolci’ di Palermo, e di Giuseppe Barone, biografo di Danilo Dolci, ha fatto nascere una collaborazione e un’amicizia che si è approfondita negli ultimi anni, stimolando un’ulteriore desiderio di mettere a disposizione le capacità e le competenze del Teatro Rebis per divulgare il più possibile la memoria delle lotte nonviolente che hanno impegnato Dolci per tutta la sua vita.
Così già dal 2009 il Teatro Rebis e il Centro per lo sviluppo creativo hanno preso la decisione di allestire una messinscena dedicata alla memoria di Danilo Dolci, scegliendo come periodo per il debutto il mese di gennaio 2012, data che coincideva con il sessantennale dell’arrivo di Dolci in Sicilia e dell’inizio della sua attività.
Oltre alla messinscena sono stati previsti una serie di incontri preparatori, sotto forma di Laboratori teatrali e di Laboratori maieutici (metodologia sviluppata da Danilo Dolci e poi dal Centro per lo sviluppo creativo), come forme di ricerca e di raccolta di materiale per l’elaborazione della scrittura scenica finale.
Questi laboratori, coordinadti da Amico Dolci, Giuseppe Barone e dai membri del Teatro Rebis, sono stati realizzati in collaborazione con diverse realtà sociali: scuole, o.n.g., a.n.p.i., varie associazioni onlus che si occupano di sviluppo sociale e di azione nonviolenta.
La selezione al Napoli Fringe festival ha dato un’ulteriore impulso al lavoro, ne ha modificato in parte i tempi pianificati, ma ha contribuito ad un’accelerazione che, come spesso accade in questi casi, aiuta a concentrare energie e sinergie.
L’idea scenica
In linea con la ricerca artistica del Teatro Rebis, la messinscena non è improntata sulla narrazione dell’attività di Danilo Dolci, né è un’opera agiografica, ma piuttosto un lavoro basato su un afflato lirico, sulla costruzione di immagini dalla forte radice visionaria, con l’intenzione di evocare più che di mostrare.
Crediamo che questo modo di procedere sia molto coerente, non solo in rapporto alla ricerca della compagnia, ma anche in relazione al modo di intendere lo sviluppo creativo da parte di Danilo Dolci: un intreccio profondo tra eticità dell’osservazione e dell’azione sociale, slancio creativo rivolto alla conoscenza di se stessi e degli altri, investimento totale nelle proprie scelte e attenzione, allo stesso tempo scientifica e poetica, al linguaggio e alle sue trasformazioni.
INFO: 3404666795 – teatrorebis.comunicazioni@gmail.com