Trappeto è un piccolo paese sul Golfo di Castellammare. Le signore si riuniscono per raccontarsi storie passate, rievocare ricordi, proverbi, cantilene e sogni futuri, mentre procedono coi loro lavori artigianali della tradizione siciliana. Una bambina, desolata, si annoia ed è triste perché il paese non le offre opportunità. Ma quando il Borgo rinasce, lei si rasserena nell’incontro/ascolto coi compagni di avventura. Partono da loro, dalla loro storia, dalla storia del loro paese, e mettono in scena “Lu cuntu du Trappitu“, di Giovanna Ferracane, trappetese di adozione.
La scenografia è realizzata dai Ragazzi del Borgo guidati da Maria Ferrara, artista trappetese. Le musiche sono coordinate da Sergio Riccobono.
Lo spettacolo si sviluppa attraverso quadri narrativi, con i protagonisti che si alternano nei ruoli di “cuntastorie”, nella ricerca dell’ascolto reciproco e dell’intesa creativa.
Il canto finale “Ciuri ciuri” raccoglie il vissuto delle signore agli incontri settimanali dell’Università Popolare e i bambini intonano con loro il ritornello, anche attraverso alcune figure della Tarantella.
Una bambina che suona il flauto chiude lo spettacolo, simbolo di speranza per il futuro del Borgo.



