Una parola per combattere frasi razziste, discorsi xenofobi e discriminazioni di ogni genere. Anzi, un hashtag. È questa l’idea della campagna internazionale I don’t #masturhate, lanciata in vista delle elezioni europee di maggio 2014. Proprio in questo periodo, come ormai in ogni contesa nelle urne, la comunicazione politica tende a riempirsi di discorsi di incitamento all’odio per raccogliere qualche voto in più. In Italia come nel resto d’Europa, è in particolare il web a essere invaso da questa retorica, spesso sfruttando la possibilità di interagire con gli altri nascondendosi dietro l’anonimato.
I don’t #masturhate, che coinvolge cinque Paesi dell’Unione – Austria, Italia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria – nasce proprio con lo scopo di contrastare questi discorsi di incitamento all’odio, replicando a tutti coloro che in questo periodo ne faranno uno strumento di propaganda politica. Per definire le strategie da utilizzare per la campagna di comunicazione, le organizzazioni partner del progetto si sono incontrate a Bratislava il 15 e 16 aprile. A partecipare al progetto sono il Centro per lo Sviluppo Creativo Danilo Dolci (Italia), la Open Society Foundation Bratislava (Slovacchia), la Romea (Repubblica Ceca), la Prospect Műhely Alapítvány (Ungheria) e la M-Media (Austria).
Nel corso del meeting si è discusso di come diffondere il messaggio della campagna, sfruttando l’ironia e le potenzialità di diffusione virale attraverso i social network. Si cercherà quindi di aggregare tutte le reazioni degli utenti e dell’opinione pubblica sotto l’hashtag comune #masturhate, che stigmatizza l’uso del cosiddetto “hate speech”: appunto, l’incitamento all’odio. La campagna agirà attraverso un sito dedicato e culminerà al momento del voto per il Parlamento europeo. Per favorirne la diffusione sul web, è previsto anche il supporto di alcuni testimonial e l’organizzazione di eventi di sensibilizzazione a livello locale. Perché appena qualcuno incita all’odio, ci sia subito la reazione dell’opinione pubblica: I dont’ #masturhate.