Il mese di giugno è internazionalmente riconosciuto come Pride Month, ovvero un mese dedicato all’orgoglio e lotta della comunità LGBTQIA+, per promuovere e rivendicare i diritti delle persone che si riconoscono in tale comunità. Il Pride Month nasce nel 1969 a New York per via dei moti di Stonewall, quando la polizia irrupe violentamente nell’omonino bar, punto di ritrovo della comunità gay di quel momento.
Sebbene siano passati più di 50 anni, la comunità LGBTIQA+ continua troppo spesso ancora oggi a subire discriminazioni e crimini d’odio. Per questo motivo, diventa fondamentale partecipare consapevolmente alle iniziative e parate organizzate in questo storico mese, che nel tempo sono diventate simbolo della lotta per i diritti in moltissime città del mondo.
Quest’anno, in attesa del Palermo Pride del 9 luglio 2022, abbiamo voluto guardare a questa ricorrenza attraverso gli occhi di un gruppo di studentз palermitanз con il quale come CSC Danilo Dolci e CESIE collaboriamo. Abbiamo chiesto loro: perché celebrare il Pride?
“In quanto giovani, membri e alleatз della comunità queer, riteniamo fondamentale far sentire la nostra voce che il più delle volte viene ignorata: è necessario mostrare al mondo che esistiamo e non siamo persone da scartare. Il Pride è una rivendicazione legittima di diritti che troppo spesso non vengono attribuiti.”
Desiderano una società libera, nella quale nessunǝ si senta più “ai margini”, disprezzatǝ o discriminatǝ. Una società nella quale possiamo sentirci sicurз e liberз di essere noi stessз, senza dover difendere o dimostrare il proprio orientamento sessuale; nella quale il fatto di essere eterosessuale o cisgender non venga dato per scontato, forzando a dover fare coming out nella paura di essere giudicatз e consideratз inappropriatз.
Vorrebbero cominciare dall’educazione e l’informazione, per esempio sulll’uso di un linguaggio più inclusivo che possa superare il maschile neutro, sul matrimonio ugualitario e sull’identità di genere, ovvero il genere che noi ci attribuiamo indipendentemente dal nostro genere sesso di nascita: “è un argomento ancora troppo delicato che andrebbe trattato con molto più rispetto e comprensione.”
“Sono unǝ ragazzǝ giovanissimǝ che fa parte della comunità LGBTQIA+. Da circa un anno sono consapevole della mia sessualità e identità di genere, e in questo periodo di tempo ho cercato di fare più informazione possibile: ho constatato che noi giovani siamo più avvantaggiatз grazie all’uso dei social, che permettono un giro di informazioni sufficientemente veritiero, e di far conoscere anche realtà che per noi sono lontanissime. Di conseguenza molte più persone assumono consapevolezza e riescono a sentirsi accettate e coinvolte. Tuttavia, all’interno delle famiglie fare coming out può risultare ancora un problema. Spesso la famiglia possiede delle radici culturali più lontane dalle nostre, quindi non capisce e non accetta. Credo che si dovrebbe fare più informazione con le fasce di età che superano i 30 anni”.
Ringraziamo lo Youth Advisory Board del progetto REBOOT NOW, un gruppo di adolescenti tra i 16 e i 18 anni attivo sul territorio di Palermo per la promozione del benessere emotivo e la prevenzione della violenza di genere tra i più giovani, per aver condiviso con noi la loro esperienza e vi invitiamo a fare sentire la vostra voce questo 9 Luglio insieme a noi!