Merseyside Expanding Horizons (MEH) e il Centro Sviluppo Creativo Danilo Dolci (CSC) sono partner in un progetto europeo finanziato dal programma Gioventù in Azione 4.3 che promuove la mobilità di Youth Worker in Europa. Il progetto di 12 mesi chiamato “PRoMOTE: Nuove prospettive attraverso la mobilità e lo scambio” ha promosso lo scambio di 2 educatrici giovanili del Regno Unito e d’Italia. Entrambe le Youth Worker avevano già esperienza in progetti nel settore giovanile sia a livello locale che europeo. Le rispettive esperienze nel Regno Unito e in Italia hanno dato l’opportunità a entrambe di fare un’esperienza interculturale e acquisire allo stesso tempo nuove competenze professionali nel proprio campo professionale.
Alla fine dei 2 tirocini, abbiamo chiesto alle nostre youth worker Rosina Ndukwe, inglese, e Anna Bellan, italiana, di intervistarsi l’un l’altra sulla loro esperienza lavorativa, rispettivamente al CSC e al MEH, e sull’impatto che il progetto ha avuto sulla loro crescita professionale e personale.
Per me il progetto PRoMOTE offre nuove opportunità agli operatori giovanili di sviluppare le loro competenze, dando loro la possibilità di vivere una realtà diversa e un’esperienza culturale attraverso una mobilità professionale in un paese diverso. Questo supporto agli Youth Worker permette di comprendere meglio il lavoro con i giovani in Europa.
Il primo aspetto che mi viene in mente e’ l’opportunità di scoprire un modo diverso di lavorare come Youth Worker in un’organizzazione diversa, con gruppi destinatari i cui bisogni cambiano a seconda della cultura e delle politiche nazionali. Inoltre, ho potuto migliorare le mie abilità linguistiche e interculturali. In più, a contatto con un altro contesto, ho avuto modo di realizzare che in Europa diverse strutture condividono valori e obiettivi, rafforzando la mia consapevolezza di appartenere a una cultura europea comune.
Lavorare in un altro paese mi ha fatto crescere molto dal punto di vista professionale. Ho ricevuto un grande sostegno da altri Youth Worker e dai colleghi del CSC e questo mi ha aiutato a trovare pratiche comuni di lavoro e apprendere allo stesso tempo nuove metodologie e strumenti per rispondere alle sfide particolari a cui devono far fronte i giovani in Europa, come la disoccupazione. L’opportunità di collaborare e scambiare buone pratiche con altri professionisti del mio settore, oltre che di lavorare a contatto con giovani volontari palermitani ed europei, ha stimolato la mia creatività nel lavoro e ha contribuito a darmi tante idee per nuovi progetti.
Il progetto ha avuto un impatto notevole sulla mia crescita professionale e personale. Visto che lavoro in progetti internazionali, migliorare il mio inglese è stato un aspetto davvero importante per me; così ho potuto aumentare le mie opportunità lavorative e anche le mie capacita di progettazione in inglese. Ho anche migliorato pratiche e strumenti di lavoro confrontandomi con altri Youth Worker e ho espanso la mia rete… in poche parole ho espanso i miei orizzonti!
Di certo sono diventata più sicura nel mio lavoro con i giovani e più consapevole delle mie competenze e dei miei bisogni di sviluppo professionale. Ho fatto esperienza del valore della cittadinanza attiva e dell’impatto sulle comunità locali. Sono stata davvero fortunata a essere stata coinvolta in un’ampia gamma di progetti e attività durante il mio tirocinio al CSC, tra cui il progetto ENPI SlowMed e il progetto LLP Comenius Carem, sviluppando nuove idee nell’ambito del programma Gioventù in Azione. Lavorare a livello locale con diversi partner e allo stesso tempo incontrare altri Youth Worker, formatori e giovani da tutta Europa ha rafforzato la dimensione europea del mio lavoro con i giovani.
Comunicare in italiano è stato anche un grande risultato per me. All’inizio ero piuttosto intimorita perché credevo che non ci sarei riuscita, ma con il sostegno di tutto lo staff del CSC e grazie alle lezioni di lingua italiana alla Scuola per Stranieri di Palermo ce l’ho fatta e mi sono anche divertita.
Certamente sono cambiata, sia da un punto di vista professionale che sociale. Innanzitutto, non vedrò mai più gli inglesi come prima! Adesso sono più consapevole riguardo agli stereotipi sugli inglesi. All’inizio era difficile comunicare a causa del mio livello d’inglese, ma adesso posso partecipare a riunioni, scrivere progetti e anche seguire e guidare gruppi di giovani che non parlano la mia prima lingua. Insomma, ho molta più fiducia nelle mie capacità professionali.
Tantissimo. Quest’esperienza mi ha mostrato nuove e innovative metodologie di apprendimento non-formale per promuovere la partecipazione dei giovani e come adottare diverse strategie di comunicazione con i giovani attraverso i social media. È stato interessante apprendere le differenze fra i supporti nazionali in Italia rispetto a quelli in UK che hanno un impatto nel settore delle attività giovanili. Ho lavorato molto con giovani migranti e giovani di Palermo e ho anche appreso il diverso supporto dei servizi sociali. Lavorare con i volontari del CSC provenienti da altri paesi mi ha aiutato ad imparare da altre esperienze di mobilità, e adesso attraverso la mia esperienza spero di ispirare anch’io altri operatori nel settore giovanile e giovani di minoranze etniche a partecipare a progetti simili.
Ho lavorato con giovani migranti o con origini migratorie durante tutto il periodo della mia mobilità e questa e’ stata una grandissima opportunità di scambio con altri lavoratori nel settore giovanile sulle metodologie, specialmente perché il quadro giuridico in cui si opera è molto diverso da quello italiano. Nel progetto INSART (Programma di apprendimento permanente), per esempio, si doveva raggiungere un target molto vulnerabile, e alcuni dei nostri partecipanti non avevano la possibilità di partecipare regolarmente ai nostri workshop a causa delle restrizioni dell’agenzia del Ministero degli Affari Interni. Scoprire le soluzioni trovate dagli operatori giovanili inglesi durante questa esperienza è stato molto interessante per me.
Porterei nuovi metodi per supportare lo sviluppo delle capacità dei giovani. Mi è piaciuto molto imparare la storia dell’organizzazione e del lavoro di Danilo Dolci, in particolare l’Approccio Maieutico Reciproco. Di certo non vedo l’ora di applicarlo nel mio lavoro in futuro. E ovviamente porterei a Liverpool anche l’incredibile cibo siciliano e le splendide spiagge!
Porterei con me il sorriso e l’umore scouse (di Liverpool) e il facile accesso alla cultura (quasi tutti i musei e i festival sono gratuiti!). Poi, l’approccio inglese nelle relazioni professionali, sopratutto rispetto alla mancanza di formalità tra persone di diverso peso gerarchico che possono comunicare facilmente anche in un primo incontro. Infine, porterei il serio sistema nazionale di supporto con i suoi fondi e le sue pratiche.
Sì, anzi le ha superate, accrescendo le mie opportunità di crescita e ampliando i miei contatti professionali nel campo della gioventù in Europa.
Più che soddisfatte. Grazie a questa esperienza adesso conosco nuovi approcci, so che posso lavorare in contesti diversi e condividere le mie conoscenze. Grazie al programma Gioventù in Azione, a Merseyside Expanding Horizons e al CSC sento di aver acquisito più esperienza nel mio settore e di aver sviluppato competenze trasversali.
Di non preoccuparsi! Palermo è un bellissimo posto con tanto da offrire, una città aperta, con persone amichevoli e in cui c’è molto da vedere e da fare. Il settore della gioventù è ricco e si possono sviluppare tanti contatti professionali. Quindi, consiglierei di approfitta al massimo di questa opportunità e di godersi l’esperienza!
Consiglierei di iniziare delle lezioni di lingua inglese sin dall’inizio della mobilità per rafforzare le capacità linguistiche e facilitare l’integrazione sociale e professionale. Inoltre consiglierei di osservare le abitudini culturali chiave e sperimentarle: per esempio, nel Regno Unito una tazza di tè non è mai una semplice tazza di acqua calda con una bustina di tè, ma un modo per condividere il tempo con le persone. E condividere il tempo con le persone è per me il primo modo di integrarsi in una nuova cultura!
Io direi di provare ad abbracciare davvero la nuova cultura, provando a impararne la lingua, a visitare i luoghi, a provare il cibo locale e fare amicizia con persone del posto che possono mostrarti diversi luoghi spesso sconosciuti ai turisti.
Innanzitutto di godersi la ricchissima vita culturale di Liverpool, che permette di visitare musei gratuitamente e scoprire i numerosi festival che si svolgono in città e nella regione. Poi, di visitare tutti i bei parchi e non preoccuparsi né intimidirsi di fronte all’approccio molto caloroso degli abitanti di Liverpool, ma provare a conoscere tante persone che possono introdurti nella tua nuova città. E di non fidarsi degli stereotipi sulla puntualità British: gli autobus, per esempio, sono sempre in ritardo! E per finire, di comprare un ombrello davvero resistente e carino: sarà il tuo migliore amico durante la tua mobilità nel Regno Unito!
Mi è mancata l’architettura della mia città come l’Albert Dock, il famoso lungofiume di Liverpool, lo scouse (il dialetto di Liverpool), l’accento, l’umore e il roast dinner – un tipico pranzo domenicale in Inghilterra a base di arrosto. Ma la mia favolosa esperienza a Palermo non mi ha fatto mancare troppo queste cose!
Mi è mancato il sole siciliano, il mare e la varietà di cibo vegetariano e allo stesso tempo saporito che puoi trovare in Sicilia. Ma ho anche scoperto che posso sopravvivere senza tutto questo!
Sono estremamente soddisfatta! E’ stata una magnifica esperienza per la mia crescita professionale e personale e sono grata per quest’opportunità datami attraverso il programma Gioventù in Azione da MEH e CSC. Ancora adesso sto continuando ad apprendere, sviluppare e sfruttare le conoscenze acquisite dai risultati del progetto.
Sono entusiasta dell’esperienza e la consiglierei a tutti i colleghi. E’ un modo geniale per imparare di più nel settore della gioventù in Europa e scoprire nuovi strumenti e nuove metodologie.